Il Tesoro di Napoli: San Gennaro. La mostra di Roma.

Per la prima volta, il “Tesoro di Napoli” esce dalla città partenopea – sorvegliato da terra e dal cielo – per una mostra che si terrà a Roma dal 30 ottobre al 16 febbraio 2014 alla Fondazione Roma Museo, Palazzo Sciarra. Devoti o non devoti, tutti potranno conoscere i leggendari gioielli dedicati ad uno dei santi più popolari al mondo. Il Tesoro di San Gennaro è composto da straordinari capolavori raccolti in sette secoli di donazioni di papi, re, imperatori, regnanti, uomini illustri, e da doni del devotissimo popolo napoletano.


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Il Museo del Tesoro di san Gennaro, nel centro storico di Napoli, è considerato da molti esperti uno dei più importanti al mondo per ricchezza di capolavori esposti di grandi artisti del tempo e per l’inestimabile valore storico ed economico, superiore a quello dei gioielli della Corona degli zar di Russia e della regina Elisabetta.

Il legame della città di Napoli a san Gennaro è inscindibile e tre volte l’anno, da oltre sette secoli, la popolazione in ansia e trepidazione aspetta il miracolo. Le poche volte che il sangue non si è « sciolto » ci sono state 22 epidemie – secondo uno studio statistico di Giovanni Battista Alfano e Antonio Amitrano, pubblicato nel 1924 – 11 rivoluzioni, 3 siccità, un’invasione dei turchi, 13 morti di arcivescovi, 3 persecuzioni religiose, 7 piogge disastrose, 9 morti di pontefici, 11 eruzioni del Vesuvio, 19 terremoti, 3 carestie, 4 guerre.

Questo spiega, secondo gli autori della statistica, le splendide opere donate al Santo Protettore di Napoli da re, regine, imperatori e papi.

I preziosi custoditi nel caveau di una banca sono stati finalmente raccolti, già da qualche anno ed esposti nelle tre sale, poco più di duecentotrenta metri quadrati, sotto la sacrestia della Cattedrale.

Degli oltre ventun mila capolavori in oro, argento, madreperla, tessuti preziosi, legno intarsiati e dipinti, una settantina saranno esposti, dal 30 ottobre al1 16 febbraio 2014 nello storico palazzo Sciarra della Fondazione Roma su Via del Corso nel cuore della capitale italiana.

Meravigliosa la mitra, tempestata con 3964 pietre preziose, un’opera di Matteo Treglia. Splendida la collana di San Gennaro realizzata da Michele Dato con 13 maglie in oro massiccio, 700 diamanti, 276 rubini, 98 smeraldi, 268 turchini, 73 ametiste, zaffiri, topazi e girasoli;

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e il calice in oro del Settecento con 586 brillanti e rubini offerto da Ferdinando IV di Borbone; la croce con 13 brillanti e 13 rubini, donata da Carlo di Borbone; un’altra croce con 63 diamanti, dono della regina Amalia; una croce con 64 rose d’Olanda, 4 smeraldi e 248 brillanti, offerta dalla regina Cristina di Savoia; una croce con 160 brillanti e 6 zaffiri, regalata da Maria Carolina d’Austria; una croce di crisoliti a filigrana con brillanti e diamanti, donata da Vittorio Emanuele II; un’altra croce in smeraldi e brillanti offerta nel 1806 da Giuseppe Bonaparte, anch’egli corso appena asceso al trono, in omaggio a san Gennaro. La posside d’oro con 932 tra brillanti, rose, zaffiri e smeraldi, regalata da Ferdinando II delle Due Sicilie, l’ostensorio di Maria Teresa d’Austria, il calice di Pio IX, un altro calice di Francesco II tutti incastonati di pietre preziose. Infine i tanti doni offerti dai napoletani di ogni ceto che hanno contribuito nel tempo a quell’eccezionale complesso di arredi argentei, ex voto e gioielli.

Il Tesoro è ben protetto con sistemi di sicurezza molto raffinati. Il museo, è arricchito con strumenti audio-visivi con percorsi fonici.

Negli anni scorsi fu girato il film, “Operazione san Gennaro” di Dino Risi su un ipotetico furto nella Cappella del Tesoro, suscitando non poche preoccupazioni e proteste da parte dei fedeli di San Gennaro.

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Nell’attigua Cattedrale la Cappella, fondata nel 1600, rappresenta insieme alla Certosa di San Martino, uno dei simboli del barocco napoletano, oltre alle statue in argento, agli oli su rame, affreschi, il paliotto d’argento che raffigura la traslazione delle reliquie di san Gennaro da Montevergine a Napoli. Inoltre le ossa del cranio del Santo, conservate nel busto-reliquiario in argento dorato eseguito dagli orafi di corte di Carlo d’Angiò, Eiemme, Godefroy, Guillaume de Verdelay e Milet d’Auxerre. Un’opera ben diversa da tanti busti gotici sparsi nei musei d’Europa. Si raffigura, infatti, il volto del Santo con le orecchie a sventola. Il colore del metallo dà un significato all’epiteto di faccia gialluta, rivolto dal popolino al Santo, quando non si decide a fare il miracolo.

Nella vicina Via Tribunali, la guglia di Cosimo Fanzago, in alto la statua del Santo in bronzo, opera di Tommaso Montani, fatta costruire in seguito all’eruzione del Vesuvio del 1631.

Scalpore ha suscitato la proposta di creare i san Gennaro bond da collocare sui mercati internazionali e garantiti dal Tesoro del Santo patrono di Napoli in modo da finanziare le esangui casse amministrative della città.

Mario Carillo

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VEDI IL DIAPORAMA DELLE OPERE IN MOSTRA

Fondazione Roma Museo – Palazzo Sciarra

Via Marco Minghetti, 22 – 00187 Roma

lunedì ore 15.00 > 20.00

martedì – domenica ore 10.00 > 20.00

Tel. +39 06 697 645 599

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SITO DELLE MOSTRA SAN GENNARO A ROMA

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Mario Carillo
Mario Carillo, iscritto all’ordine dei giornalisti della Campania. Prime esperienze alla Redazione napoletana del Giornale d’Italia di Roma, Agenzia Radiostampa, Agenzia NEA, collaboratore fisso da Napoli per il Secolo XIX di Genova, collaboratore del giornale Il Roma di Napoli, Il Gazzettino, Il Brigante, Albatros magazine, Altritaliani.net di Parigi, responsabile napolinews.org, socio Giornalisti Europei, Argacampania (giornalisti esperti agroalimentare).

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