Venezia 70. Arriva Emma Dante con un apologo sulla tolleranza: “Via Castellana Bandiera”

Tra western e favola “Via Castellana Bandiera”, film in concorso per il Leone d’oro, segna il debutto cinematografico della grande artista di teatro. Un’apologo, una sfida tra donne (emblematicamente) per parlare di un’Italia bloccata, spesso incapace di aprirsi al mondo e agli altri. Un film che non puo’ lasciare indifferenti.

Siamo a Palermo, in una calda domenica pomeriggio: Rosa e Clara percorrono in auto strade anguste, fino ad imboccare “Via Castellana Bandiera”, una strada strettissima in cui passa una sola auto. Nel senso opposto proviene una Fiat Punto guidata da una anziana signora, Samira, con il grosso della famiglia Calafiore a bordo. Per poter passare una delle auto deve fare marcia indietro. Ma nessuna delle due donne al volante vuole cedere il passo ….

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Ispirato al romanzo omonimo della stessa regista Emma Dante (ed. Rizzoli). La 46-enne palermitana è alla sua opera prima cinematografica. Proviene da una prestigiosa e pluripremiata carriera teatrale. Nel 1999 costituisce infatti a Palermo la compagnia Sud Costa Occidentale con la quale vince il premio Scenario 2001 per il progetto mPalermu e il Premio Ubu 2002 come novità italiana. Nel 2001 vince il Premio Lo Straniero, assegnato da Goffredo Fofi, come giovane regista emergente, nel 2003 nuovamente il Premio Ubu con lo spettacolo Carnezzeria come migliore novità italiana e nel 2004 il Premio Gassman come migliore regista italiana e il Premio della critica dell’Associazione Nazionale Critici del Teatro per la drammaturgia e la regia. Nel 2005, vince il Premio Golden Graal come migliore regista per lo spettacolo Medea e nel 2009 viene insignita del Premio Sinopoli per la cultura e nel 2010, del Premio Svoboda, Honoris Causa e del Premio Histryo alla regia. La trilogia degli occhiali e le due favole per bambini e adulti Anastasia Genoveffa e Cenerentola e Gli alti e bassi di Biancaneve sono attualmente in tournee in Italia. Il suo prossimo spettacolo, Le sorelle Macaluso, debutterà al Teatro Mercadante di Napoli nel 2014. Il 18 gennaio 2014, Emma Dante inaugurerà la stagione del Teatro Massimo di Palermo con la regia del poema di Richard Strauss, Feuersnot.

Per passare dietro alla camera da presa Emma Dante non ha dismesso il suo “metodo”. Ha imbastito prove durate oltre un mese e mezzo nel suo spazio teatrale. Coinvolgendo tutta la sua compagnia. Con alcuni innesti esterni. Primi fra tutti gli indispensabili tecnici del cinema, che sono stati coinvolti a loro volta nelle prove. Ha sentito il bisogno di un set cinematografico per mettere in scena il suo romanzo, perché la tavole del palcoscenico le stavano, questa volta, strette.

Aveva bisogno della “polvere e della carne”, come ha dichiarato nella conferenza stampa odierna al Lido di Venezia. Questo film è un film importante. Per nulla omologato, ha una sua specificità. Una sua urgenza. Soprattutto, una sua originalità.

Denso di significati e di rimandi culturali, antropologici e sociologici. Nel corso della chiacchierata con la regista/interprete, le ho fatto notare che una delle scene più significativa, quella in cui la anziana signora, Samira, butta via il piatto di pasta, e anche Rosa, per emulazione, lo butta, quasi come i dispetti che si fanno i bambini, per una scelta di stoicità assoluta di non cedere alla tentazione di cibo ed acqua, ancorché disponibili, mi ha ricordato la scena di un celeberrimo western, “Per qualche dollaro in più”, di Sergio Leone in cui si confrontano, anche lì, due generazioni diverse, un giovane bounty killer ed uno più anziano, e, dapprima si pestano i piedi a vicenda e poi si sparano ai cappelli, e le ho chiesto se ne fosse stata ispirata.
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La regista ha confessato che Sergio Leone è costante ispirazione per tutto il cinema italiano e certamente lo è stato anche per lei. Ed infatti questo duello tra queste due donne ostinate è proprio assimilabile ad un classico duello western, possedendone tutta la carica. Una potente metafora di una Italia bloccata, ingessata, da veti incrociati, che è ancora oggi, 5 anni dopo l’uscita del libro, quanto mai di stringente attualità.

Emma Dante mostra di avere un controllo del mezzo espressivo da consumata professionista (anche se in alcuni passaggi il brandeggiamento della camera a mano appare eccessivo, ancorché funzionale). Dirige se stessa ed uno stuolo di straordinari attori (pure quelli che attori non sono come Renato Malfatti) in modo impeccabile. Superlativa la prova di Elena Cotta, veterana del teatro, che non pronuncia una sola battuta (ad eccezione del sogno, in cui parla in albanese), affidando tutta la sua potente espressione alla poetica dello sguardo.

Curiosità : Emma Dante ha trasformato in un set cinematografico una parte della reale via Castellana Bandiera di Palermo, dove ha trascorso una parte rilevante della sua vita passata. Impercettibilmente i due muri che la delimitano, che dapprima sembrano sfiorare le portiere delle due auto, ad ogni inquadratura successiva si distanziano di un po’. Sino all’ultima inquadratura, quando la strada diventa talmente larga che di macchine ce ne passerebbero tre. Quasi a rappresentare che c’è spazio per tutti. Senza distinzione di razza, fede, religione, orientamento sessuale. Il diverso basta conoscerlo. Per non averne paura. E per rispettarlo.

Frasi del film:


 “Perché giri qui?

 Perché facciamo prima!”. (Alba Rohrwacher e Emma Dante).


 “Sono due femmine, sono?

 Si.

 A posto siamo!”. (Renato Malfatti ed una delle nipotine).


 “Via Castellana Bandiera”. (scritta su targa di legno fissata al muro).


 “Constatazione. Non c’ero mai stato. Mi accorgo di esserci nato.” (citazione di Giorgio Caproni, posta ad esergo finale).

Da Venezia

Catello Masullo.

TRAILER DEL FILM

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