Franca Rame: Una vita spesa bene.

Il ricordo della nostra Chiara Lostaglio che la conobbe da vicino con il suo Dario compagno di sempre. La straordinaria Franca Rame donna di teatro, femminista, una storia d’impegno politico e civile. La donna che fece dell’infame stupro subito ad opera di fascisti una performance teatrale e un’occasione di testimonianza e di lotta.

Ho conosciuto Franca Rame nel 2008 al Carnevale di Viareggio, durante il quale, collaborando all’ufficio stampa del celeberrimo evento, ho avuto il piacere di coadiuvare l’attrice e Dario Fo nella diffusione dei quadri realizzati proprio dal Premio Nobel. Una scoperta personale: Dario Fo attore, scrittore, premio Nobel, ed anche artista influenzato da Picasso e Chagall.

L’impressione che suscitava nell’immediato la coppia di attori era di essere l’uno in simbiosi con l’altro. L’attrice manifestava l’immagine di donna combattiva, come sulla scena anche nella vita: emanava una energia particolare, nonostante l’età. Una esperienza personale che rimane indelebile, un forte impatto con i giovani, davvero alla pari, la distanza di età e di esperienza veniva del tutto annullata. La battuta sempre pronta, il continuo assimilarsi in ogni esperienza insieme a Dario Fo. Franca Rame lascia la scena con una forte incidenza, non solo verso chi ha avuto il privilegio di conoscerla. Per quanti hanno assistito alle sue performance, ai suoi monologhi espressi da una voce sospirata.

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Ci lascia a 83 anni, una vita spesa nell’impegno civile mediante il teatro.
Nata a Villastanza vicino Milano, in una famiglia con antiche tradizioni teatrali, maggiormente legate al teatro delle marionette, debuttò nel mondo dello spettacolo appena nata: fu subito impiegata, infatti, per i ruoli da infante nelle commedie allestite dalla compagnia di giro familiare. Nel 1950, assieme a una delle sorelle, decise di prodursi nella Rivista. Il 24 giugno del 1954 sposò Dario Fo, in Sant’Ambrogio, a Milano, e fondarono la Compagnia che prende i loro nomi. Nel 1968 sposarono la vitalità dei movimenti studenteschi e di protesta civile con la fondazione del collettivo Nuova Scena. Vanno citati di quelle esperienze “Morte accidentale di un anarchico e “Non si paga”.

A partire dalla fine degli ‘70 Franca Rame partecipò al movimento femminista: iniziò a interpretare testi di propria composizione come Tutta casa, letto e chiesa, Grasso è bello!, La madre.
Ma il suo impegno politico lo pagò a caro prezzo: quel tragico 9 marzo del ‘73, Franca Rame fu costretta a salire su un furgoncino da cinque uomini appartenenti all’area estremista di destra, subì un barbaro stupro. La vicenda fu ricordata a distanza di tempo nell’opera Lo stupro, del 1981. L’esponente dell’estrema destra milanese Biagio Pitarresi ha dichiarato in quell’anno che lo stupro fu « ispirato » da alcuni ufficiali della Divisione Pastrengo dei carabinieri. Quel monologo rimase storico per la televisione italiana, quando venne proposta in Rai nel “Fantastico” condotto da Celentano.

Nel 1999 ricevette la laurea honoris causa da parte dell’Università di Wolverhampton insieme a Dario Fo. Ebbe pure una esperienza da senatrice per Italia dei Valori, ma dopo poco tempo lasciò il Senato (nel 2008), dichiarando che le «istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato».

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Nel 2009 scrisse assieme al marito Dario Fo la sua autobiografia intitolata Una vita all’improvviso. Tra dicembre 2011 e marzo 2012 con il marito riportò in scena Mistero buffo in una serie di spettacoli nel nord Italia. E proprio da Mistero Buffo, va rimembrato quel dialogo capolavoro nel quale interpreta Maria, madre di Gesù, che si rivolge inveendo verso l’Arcangelo Gabriele, il quale non gli aveva annunciato della terribile fine sulla croce del figlio prediletto, una sorta di “tradimento” per una madre, vedere un figlio così, innocente finire in croce.

Anche il cinema ha visto protagonista Franca Rame, questi i titoli: Lo sai che i papaveri, regia di Marcello Marchesi (1952); Rosso e Nero, regia di Domenico Paolella (1954); Rascel-Fifì, regia di Guido Leoni (1956); Lo svitato, regia di Carlo Lizzani (1956); Il cocco di mamma, regia di Mauro Morassi (1957); Caporale di giornata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958); La zia d’America va a sciare, regia di Roberto Bianchi Montero (1958); Amore in quattro dimensioni, regia di Massimo Mida (1963); Extraconiugale, regia di Mino Guerrini (1964); Follie d’estate, regia di Carlo Infascelli, Edoardo Anton (1964); Nobel per due, regia di Filippo Piscopo (1998); Io non sono un moderato!, regia di Andrea Nobile (2007).

Una donna davvero straordinaria, una vita nel teatro, per l’impegno civile, per la crescita democratica, al di là di ogni utopia.

(Nelle due foto la nostra Chiara Lostaglio con Dario Fo e Franca Rame e poi solo con Franca).

Chiara Lostaglio

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Franca Rame recita il suo monologo « Lo Stupro » a Fantastico 1988, condotto da Adriano Celentano

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Chiara Lostaglio
Attrice e critica cinematografica e teatrale, è laureata in Scienze della Comunicazione e diplomata in recitazione cinematografica presso la Vision Academy e Studio Cinema Film & Theatre Institute di Roma. Ha lavorato in diverse produzioni cinematografiche, televisive e teatrali. Scrive di cinema e teatro su diversi magazine on line. Ha insegnato Storia e critica del Cinema presso l'Unilabor. Fa parte del direttivo del Cineclub Vittorio De Sica- Cinit che organizza mostre cinematografiche, lezioni e laboratori di cinema nelle scuole e nelle carceri. Ha presentato film e si è occupata delle relazioni esterne in diversi eventi e festival di cinema, ultimo il Foggia Film Festival. Attualmente insegna Cinema nei licei.