In Francia il film “Diaz » di Vicari sul G8 di Genova

Ritorna il cinema di denuncia italiano, con il film di Daniele Vicari, “DIAZ – Non pulire questo sangue”, intitolato in Francia “Diaz, un crime d’Etat”. Un’opera che è quasi una docu-fiction sui terribili giorni del G8 di Genova, con il suo tragico epilogo. L’attacco alla scuola Diaz e la vergogna della caserma Bolzaneto con le sue torture terzomondiste. Un vero black-out della democrazia: rabbia e dolore per una pagina così oscura del nostro tempo.

Diaz – Non pulire questo sangue” uscirà in Francia il 5 giugno. Questo recente film di Daniele Vicari (Italia 2012- 120 minuti) ha meritatamente vinto il Premio del Pubblico al Festival del Cinema di Berlino 2012. Festival nel quale, è importante ricordarlo, gli ottantenni fratelli Taviani avevano trionfato con Cesare deve morire.

diaz5017b72deb-5310a.jpg

>

Daniele Vicari, dedito per vocazione ad un cinema di impegno civile, ricostruisce i nove interminabili minuti scatenati dalla polizia nell’inferno della scuola DIAZ di Genova durante il G8, in quel 21 luglio del 2001. Ma non è un film sul G8, non denuncia il perché i potenti della Terra decisero di scegliere quella città così vulnerabile per il loro incontro. La sua impeccabile regia si avvale di documenti e ricostruzioni giudiziarie – liberamente ispirate al libro di Alessandro Mantovani “Diaz Processo alla Polizia” – partendo dalla ellissi di una bottiglia. Che ritorna a scandire la tragedia sfiorata. Una bottiglia che rende esplosiva una miscela che i pacifisti non volevano fosse esplosiva.

Con una ricostruzione temporale fra una scena e l’altra, Vicari fa ricorso a vicende di contorno e a personaggi apparentemente di secondo piano. Quando segue da vicino i personaggi centrali nei loro rapporti, il racconto si fa teso, scattante, addirittura aggressivo. La regia nervosa di Vicari ha modo di vibrare e di far vibrare di giusta indignazione. La fotografia è un tutt’uno fra immagini di repertorio e quelle girate, facendo muovere attori di livello (Claudio Santamaria, Elio Germano, Renato Scarpa, Jennifer Ulrich) con la naturalezza che quella tragedia impone.

La scuola Diaz è uno dei tanti luoghi messi a disposizione dal Genova Social Forum per ospitare parte delle migliaia di manifestanti arrivati da tutto il mondo. Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna, che vuole vedere coi suoi occhi quanto sta accadendo. Alma è un’anarchica arrivata dalla Germania. Anselmo è un anziano sindacalista che di manifestazioni ne ha vissute tante. Ci sono anche altri due anarchici, trecento agenti di polizia e un’altra settantina di un reparto speciale, che fanno irruzione nella scuola che ospita novantatre persone in procinto, il giorno dopo, di rientrare nei propri paesi di origine.

Sarà “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale” avvertirà Amnesty International. Un vero black-out della democrazia: rabbia e dolore per una pagina così oscura del nostro tempo.

Scene terribili, di una violenza insensata, con immagini che rimandano in qualche sequenza al drammatico “Salò” ultimo film di Pasolini (1975). O forse a “Zeta l’orgia del potere” di Costa Gavras (1969) e più in qua al terribile “Garage Olimpo” di Bechis (1999). Ma l’impegno civile di Vicari si delinea sul solco di una tradizione che fa di Elio Petri e di Francesco Rosi i capisaldi di un cinema che ha fatto scuola. Da Marco Risi (Muro di gomma, 1991) a Pasquale Scimeca (Placido Rizzotto, 2000) da Paolo Benvenuti (Segreto di Stato, 2003) a Marco Tullio Giordana (“I cento passi” del 2000 e il recente Romanzo di una strage, 2012).

Armando Lostaglio

TRAILER DEL FILM

[||]

SCHEDA:

Un film de Daniele Vicari

Avec Claudio Santamaria, Elio Germano, Jennifer Ulrich

Catégorie Drame

Durée 2h03

Langue Italien

Réalisation Daniele Vicari

Scénario Daniele Vicari, Laura Paolucci

Directeur de la photographie Gherardo Gossi

Montage Benni Atria

Costumes Roberta Vecchi, Francesca Vecchi

Musique Teho Teardo

Distributeur France: Le Pacte

SYNOPSIS EN LANGUE FRANCAISE:

En 2001, pendant la dernière journée du G8 de Gênes, quelques instants avant minuit, plus de 300 officiers prennent d’assaut l’école Diaz, à la recherche des militants du Black Bloc. Dans l’établissement, se trouvent 90 activistes, dont la plupart sont des étudiants européens accompagnés de quelques journalistes étrangers, qui s’apprêtent à passer la nuit à même le sol de l’école. Alors que les forces de l’ordre font irruption, les jeunes manifestants lèvent les mains pour se rendre. Imperturbables et implacables, les policiers se livrent à des exactions préméditées d’une violence inouïe, frappant indifféremment jeunes et vieux, hommes et femmes.

Article précédentEcrire ailleurs, par Anna Frabetti et Laura Toppan
Article suivantL’Italia torna virtuosa.
Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.