2013 anno nuovo per Venezia e le navi troppo grandi?

Il Comitato veneziano No Grandi Navi compie un anno. In inverno le crociere attraverso la laguna si fermano, ma in primavera la vergogna riprenderà e si teme nell’assoluta indifferenza della politica. Silvio Testa, portavoce del movimento fa il punto della situazione.

Con la fine del 2012 anche l’attività crocieristica delle grandi navi qui a Venezia si è fermata, ma solo temporaneamente. Non appena l’inverno si aprirà alla primavera, le grandi navi torneranno a solcare il bacino di S. Marco con i problemi e rischi che sempre hanno causato.

Venezia, foto di T. Turatello

Ne è sicuro il presidente delle attività portuali Paolo Costa, per nulla impressionato, nè intimidito, dalla presa di posizione che il Comitato No Grandi Navi e la città intera hanno messo in campo, posizione che sta avendo consensi sempre più ampi sia a livello nazionale che internazionale. Il braccio di ferro con chi si ostina a ribadire che il flusso di turisti proveniente dalle grandi navi è un fattore indispensabile al lavoro di centinaia di lavoratori che operano in questa direzione (dai capitani dei rimorchiatori a tutte le altre categorie di lavoratori che si affiancano all’arrivo delle navi stesse) e che non si può arrestare in nome della continuità del lavoro stesso, fa eco l’eterno problema della salvaguardia di Venezia portato avanti non solo dal Comitato No grandi Navi ma anche da tante Associazioni (Italia Nostra, Ambientalisti,ecc.).

Il Comitato No Grandi Navi compie in questo 2013 il suo primo anno di vita. Auguriamogli lunga vita nel nome e nell’interesse autentico della difesa della città, preziosa oggi più di ieri.

Con il portavoce del movimento Silvio Testa facciamo il punto di questo primo anno di attività.

D. Qual è il bilancio che si sente di fare nella vostra lotta contro l’invasione di navi da crociera nella laguna veneziana?

Silvio Testa: Il 6 gennaio il Comitato NO Grandi Navi – Laguna Bene Comune ha compiuto un anno.

Giusto un anno fa cittadini e associazioni hanno deciso di dare coordinamento e voce unitaria ai tanti soggetti che da tempo erano scesi in campo contro un modello di crocerismo insostenibile, e in soli 12 mesi il Comitato ha raggiunto importanti risultati, tra cui due in particolare: l’aver elevato il tema delle navi da crociera a Venezia a problema di livello nazionale, anzi internazionale, e l’aver portato l’amministrazione comunale ad accettare attraverso il Piano di Assetto del Territorio (Pat) l’obiettivo dell’estromissione dalla laguna delle navi che verranno giudicate incompatibili con la sicurezza della città, la salute dei cittadini, il recupero morfologico della laguna.

Manifestazione No Grandi Navi 2012. Foto Tramezzinimag

D. Venezia è patrimonio dell’umanità. Qual è l’impatto del problema nella stampa internazionale?

ST. La stampa e la cultura internazionale guardano e commentano esterrefatte cosa si tolleri che avvenga a Venezia, nel nome dei presunti utili economici che deriverebbero a una città che per converso a fine anno non sapeva neppure se sarebbe riuscita a restare all’interno dei parametri del patto di stabilità, ma c’è sempre chi si ostina a negare ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti: ovvero che queste navi sono troppo grandi, fuori scala con la città, potenzialmente pericolose, grandemente inquinanti, distruttive delle sottofondazioni della laguna, non per un’inesistente moto ondoso di superficie ma per il dislocamento subacqueo di migliaia di tonnellate d’acqua. Milioni tenuto conto dei circa 2 mila passaggi all’anno.

D. A che punto è la lotta ed avete esempi analoghi nel mondo? Dopo la Costa Crociera drammaticamente arenata all’isola del Giglio la sensibilità sul tema è cresciuta?

ST. Di ciò, non ce ne siamo accorti solo a Venezia, ma se ne stanno rendendo conto dovunque queste grandi navi attracchino: in Croazia come in Canada, nei Mari del Nord come negli Stati Uniti d’America. Dovunque le popolazioni si mobilitano e Venezia non è sola in questa battaglia.

La rincorsa al gigantismo fa solo gli interessi delle compagnie da crociera, non certo delle comunità locali costrette a subirne i costi insostenibili, e presto o tardi questo modello verrà ostacolato dalle Autorità che solo ora cominciano a mettere a fuoco il problema, proprio grazie ai movimenti come il nostro.

Ciononostante, a Venezia c’è chi si continua a combattere battaglie di retroguardia, come il
presidente della Venezia Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato, che sui giornali annuncia ricorso al Tar contro l’articolo del Pat che si prefigge l’estromissione dalla laguna delle navi incompatibili, col pretesto che il Comune non ne avrebbe i poteri. Come se i sindaci di Milano o di Firenze non potessero vietare il parcheggio dei Tir in Piazza del Duomo o a Santa Maria Novella!

Trevisanato lancia il suo annuncio nello stesso giorno in cui il suo sodale, il presidente dell’Autorià Portuale, Paolo Costa, avverte sempre dai giornali che si deve fare il terminale off shore perchè altrimenti il Mose ucciderà il Porto: che almeno sul tema dell’accessibilità in laguna delle navi troppo grandi si mettano d’accordo tra di loro!

Massimo Rosin

Da Venezia

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