Turismo a Napoli con ParteNeapolis

C’è una Napoli prismatica, segreta che potrai scoprire solo con l’aiuto di un buon conoscitore dei luoghi. La mente, infatti, non trattiene ciò che l’occhio non carpisce, specie se giri per una città che più di essere visitata, ti chiede di essere vissuta. Chi sta pensando di volare nel capoluogo partenopeo durante le feste natalizie potrebbe affidarsi a “Parteneapolis”, la cooperativa esperta in turismo sociale, nell’educazione e nella riscoperta delle bellezze cittadine, con un’offerta sempre personalizzabile.

La cooperativa è di tipo misto (A e B) ed in quanto tale mira all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, direttamente impegnate nelle attività. In sostanza, ogni giorno i soci della cooperativa accompagnano i turisti (sia per un giorno che per un periodo più lungo) alla scoperta di luoghi tipici, riproponendoli in una veste originale. Succede, allora, che dopo una capatina alla Sala del Tesoro, nella Basilica di San Domenico Maggiore, alla Cappella S. Severo o al cimitero delle Fontanelle, si finisca a gustare la pizza a via dei Tribunali, con tanto di caffè, sospeso magari.

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Sì, ho detto proprio caffè sospeso, la bevanda che qualcuno, ancora oggi, nei vicoli senza sole del centro storico lascia pagato per uno più disgraziato di lui, ossequiando una tradizione tramandata da padre in figlio. Anni addietro, difatti, gli uomini facoltosi usavano pagare al bar due caffè, uno per loro ed un altro per un indigente che non conoscevano e che avrebbe goduto del caffè anche a distanza di giorni. “C’è un sospeso?” è una frase storica, che testimonia la solidarietà e la discrezione dell’anima di Napoli. Un detto che “Partneapolis” ha trasformato in un feticcio, in una cartolina introvabile. Il racconto è parte integrante di questo tipo di escursioni.

Così, sempre nella Sala del Tesoro della Basilica di San Domenico Maggiore, una volta al mese, un’attrice vestirà gli abiti di Isabella D’Aragona e narrerà ai presenti leggende di amanti gelosi, di condottieri coraggiosi e donne bellissime. Napoli, allora, assume forme dissimili, le luci scolorano e fanno spazio alle ombre fosche di un passato sanguinario, ammantato di fantasia e suggestione.

Se proprio non ti garbano le vicende del Cinquecento, il catalogo propone anche visite a Forcella, a Piazza Mercato, alla Chiesa di San Giorgio Maggiore, a Fontana del Capone, alla Basilica Santissima Annunziata Maggiore e alla Ruota degli Esposti.

“ll nostro team elabora le offerte sulla base delle indicazioni dei clienti. “ParteNeapolis” pensa a tutto il viaggio, dai mezzi per i trasferimenti all’alloggio, dagli ingressi alle guidate, dalle degustazioni agli spettacoli e così via. Inoltre siamo in rete con diversi operatori e possiamo suggerire anche la sistemazione più adatta alle esigenze, dal classico albergo al convento, dai B&B ai comodi affittacamere” chiariscono dalla cooperativa.

Questo tipo di gite si corrobora dell’idea di fondo che le anima: il rispetto della legalità, il riscatto sociale e la promozione di processi di sviluppo non sono aspetti isolati, o peggio secondari. Sono parte integrante del pacchetto. Il turismo incarna per la squadra di “Parteneapolis” un’ala, una mano che sfiora la storia e afferra l’oggi, senza mai tralasciare la relazione fra gli esseri umani.

Marina Bisogno

PER SAPERNE DI PIÙ

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La cooperativa sociale “Parteneapolis” è stata, lo scorso 15 dicembre, protagonista della notte d’arte del centro storico di Napoli con i percorsi guidati al complesso monumentale di S. Domenico Maggiore.

Gli addetti pubblicano e aggiornano tutte le offerte non solo sul suo portale
(http://www.parteneapolis.it/), ma anche sulla pagina Facebook.

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Marina Bisogno
Cresciuta nella libreria di mio nonno, ho maturato una familiarità con i libri e le parole. Oggi leggo per ispirarmi e scrivo per esprimermi, entrambi i gesti fanno parte del mio modo di essere. Ho studiato Giurisprudenza a Napoli, ho fatto lavori diversi ma tutti afferenti il mondo delle idee, del diritto, dell’economia e della cultura. Ho la tessera di pubblicista (come mezza Italia), ho provato a vivere di giornalismo culturale ma non ci sono riuscita, in alcuni casi non me l’hanno permesso. Collaboro con due riviste, 'L’indipendente' e 'Cattedrale magazine'.

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