Si arriva spesso con tante domande a teatro. Con il “bal philosophique” ci si reca a teatro per danzare. Possiamo recarci al Théâtre de la Girandole leggeri, pensando di volerci “solo divertire”. Un divertirsi, troppo spesso associato alla superficialità, diventa in questa occasione la gioia di poter pensare insieme anche danzando. I contenuti di questa rappresentazione sono ricchi di intensità, ma non impediscono agli autori di creare un’atmosfera ludica per trasmettere un sapere. Come i libri per Pindarello “Pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole” lo spettacolo ideato da Luciano Travaglino, su dei contenuti tanto profondi, rende leggeri.
Con lo spirito di una commedia burlesca, Luciano Travaglino mette in scena e interpreta con questo “bal philosophique” la nascita dei trovatori e lo sviluppo in Francia della loro poetica in lingua d’Oc, parlata nel Sud e della loro influenza sui trovieri del Nord della Francia che si esprimevano nella Lingua d’Oïl. L’idea è di tracciare un percorso che dai trovatori ai trovieri, passando per menestrelli e cantastorie, arrivi fino ai giorni nostri. Protagonista di questa tradizione popolare è la canzone di Fabrizio de André, che amava farsi chiamare Faber, l’artigiano. Lo spirito individuato da Luciano Travaglino è appunto quello di una tradizione popolare con cui ama rileggere De André e rendere viva la sua opera attraverso dei testi in versione bilingue interpretati con l’accompagnamento dell’Orchestrina Semeraro. L’idea del “bal philosophique” nasce proprio dall’incontro di Luciano Travaglino con i due fratelli Giovanni e Francesco Semeraro musicisti affermati nel genere della tradizione popolare. L’incontro con la loro creatività ha portato a individuare una selezione di brani del cantautore italiano che potevano essere riletti in chiave “danzante”con degli arrangiamenti inediti. A tale scopo inizia un lungo lavoro di traduzione dei testi di De André eseguito da Tony Abdo, con una grande attenzione alla resa della poeticità originale.
Felicie Fabre con il suo bel costume neo-medievale e la sua gioiosa chiamata alle danze ci trasporta in questa atmosfera senza tempo, per farci scoprire partecipando i ritmi di valzer, mazurka, polka. Nel ruolo di una perfetta padrona di casa Felicie invita alle danze mentre Luciano interrompe “le musiche” con dei piccoli interventi che hanno lo scopo di illustrare le origini dell’ispirazione di Jacques Brel, George Brassens e l’inesauribile eredità che si rispecchia nelle canzoni di Fabrizio De André. Il riso non manca mai, anche nella trasmissione del sapere, nel sorriso e nell’atmosfera leggera traspare la grande generosità che ispira lo spettacolo.
Tutti a turno danzano. Danzano gli innamorati e danzano le amiche che non hanno un compagno o che son state rifiutate da un compagno timido, danza un papà con il suo bambino. Si attraversa la sala durante lo spettacolo per andare a cercare un bicchiere di vino o per andare ad invitare il proprio cavaliere dalla parte opposta della scena. L’atmosfera resta sempre conviviale.
Le canzoni raccontano per la prima volta in francese le storie, di come “si fa bene il caffè anche in prigione” o di come “si affianchino in processione amor sacro e amor profano”. Particolarmente riuscite le interpretazioni di Via del Campo e del Testamento. Alcuni pezzi risultano meno “ballabili”, lasciando il pubblico all’ascolto, mentre prevale sempre la trasmissione di un vissuto e di un’atmosfera dietro ogni gesto. L’intensità non conosce interruzioni e trova la sua espressione proprio in questa diversificazione di registri che scandisce il ritmo dello spettacolo. L’obiettivo è quello di lasciare gli spettatori partecipare e sentire la fusione di musiche e parole per arrivare alla danza e “captare anche solo fugacemente una frase di De André” ci confida Francesco Semeraro. Dietro anche una sola frase di questo autore è già presente tutta la poesia del suo universo di creazione.
Chiara Palermo
P.S.: Si ringrazia Rossella Morgante della collaborazione.
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Da scoprire nel contesto della manifestazione “Montreuil- Rome, non è pericoloso sporgersi”
al Théâtre de la Girandole
Dal 18 novembre al 16 décembre, la domenica alle ore 17.
Riservazioni allo 01 48 57 53 17 / reservation@girandole.fr
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Théâtre de la Girandole
4 rue Edouard Vaillant
93100 Montreuil
Métro Croix de Chavaux, ligne 9, sortie n°5 place du Marché
Station Vélib’ à proximité
www.girandole.fr
Tarifs : 15€ plein tarif ; 12€ tarif adhérents et montreuillois ; 9€ tarif réduit ( – de 18 ans, demandeurs d’emploi, intermittents)
SPECTACLE CONCERT CIE LA GIRANDOLE
les dimanches à 17h du 18 novembre au 16 décembre
texte Fabrizio de André / traduction Tony Abdo / conceptionLuciano Travaglino
costumes Julienne Paul
avec Félicie Fabre, Luciano Travaglino et l’Orchestrina Fratelli Semeraro
Et si la tête parlait avec les pieds ?
Un bal philosophique pour sautiller au rythme des chansons qui entraînent nos pas de danse dans
l’univers de Fabrizio De André. Un mouvement ludique et aussi un temps de réflexion sur l’être
humain.