Piazza Fontana di M. Tullio Giordana arriva in Francia

Esce nelle sale francesi il 28 novembre il film Piazza Fontana, “romanzo di una strage” che segno’ l’inizio degli anni del terrore e della cosiddetta strategia della tensione. Portarlo a compimento non è stato facile. Polemiche, paure, difficoltà. Vorrei che lo capissero anche i bambini e gli stranieri, dice il regista.

Scriveva Pier Paolo Pasolini in un celebre articolo apparso sul Corriere della Sera del 14 novembre 1974 col titolo “Cos’è questo golpe? Io so”:

«Io so perché sono un intelettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto cio’ che succede, di conoscere tutto cio’ che se ne scrive, di immaginare tutto cio’ che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero»,

utilizzando la locuzione “progetto di romanzo” per definire la propria personale elaborazione dei fatti che avevano fino a quel momento caratterizzato la stagione più tragica del dopoguerra italiano.

Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino)

Marco Tullio Giordana riparte da Pasolini – prendendogli in prestito il termine “romanzo”‐ per dare vita al primo film mai girato sulla strage di piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969). E’ il “Romanzo di una strage” che segnerà l’inizio di uno dei periodi più bui e drammatici nella storia dell’Italia repubblicana, inaugurando quella fase storico‐politica conosciuta sotto il nome di “strategia della tensione”.

A differenza di Pasolini, Giordana le prove le ha, perché queste sono ormai a disposizione di chiunque abbia la voglia e l’interesse di andare a cercarle.

Il paradosso italiano consiste piuttosto nel fatto che, dopo 43 anni di inchieste, depistaggi, processi e sentenze, per questa strage che costo’ la vita a 17 persone e ne feri’ altre 88, nessuno ha pagato: non gli esecutori materiali, tantomeno i mandanti politici.

Nel frattempo pero’ si sono moltiplicate le pubblicazioni sull’argomento, ciascuna a partire da una diversa angolatura, col risultato che ogni elemento nuovo ha portato ad un offuscamento del quadro complessivo, rendendo la sintesi ancora più difficile.

Il merito di questo film è quello di avere raccontato – attraverso la brillante sceneggiatura firmata dalla coppia Rulli‐Petraglia, insieme a Giordana stesso e ispirata al libro “Il segreto di piazza Fontana” di Paolo Cucchiarelli – la realtà più verosimile e fedele ai documenti processuali, cercando di dare un senso compiuto all’estrema sintesi narrativa che un’opera cinematografica rende necessaria. E di averlo fatto “immaginando tutto cio’ che non si sa o che si tace” , “mettendo insieme i pezzi disorganizzati e frammentari” di “fatti anche lontani”.

Il risultato di questa ricerca – che era già a buon punto nel libro che è servito da soggetto al film – viene sviluppato in maniera coerente nella sceneggiatura, aprendo delle “finestre” narrative che, avvalorando la teoria della “doppia bomba”, aprono degli scenari che erano rimasti sinora delle pure suggestioni giornalistiche.

L'ispettore Calabresi (Valerio Mastandrea)

Il personaggio che fa da perno al dipanarsi di questa densa struttura narrativa è l’ispettore Calabresi, del quale Valerio Mastandrea offre un ritratto molto intenso, restituendogli quella statura morale che i misteri legati alla notte del 15 dicembre in questura avevano messo in discussione.

Con questo ennesimo episodio di una sua personale poetica civile, Giordana colma una grande lacuna nel panorama del cinema italiano, ottemperando in qualche maniera al compito che Pasolini affidava agli intellettuali nell’articolo che abbiamo citato in apertura.

Oggi, 43 anni dopo la strage, il compito dell’”intellettuale” è quello di farsi testimone, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.

In un contesto di progressivo depauperamento del sistema dei valori sociali e politici al quale si assiste in Italia da almeno un ventennio, la trasmissione della conoscenza dei momenti cruciali della storia della nostra Repubblica appare come una missione inderogabile da parte degli attori della società civile.

Marco Tullio Giordana assolve pienamente a questo compito, dirigendo un film di fiction dal forte potere evocativo, basato sulla molteplice declinazione narrativa di una medesima storia collettiva. Scegliendo alcuni tra i migliori attori del cinema italiano per metterli al servizio di personaggi che sembrerebbero frutto della penna di uno scrittore di science‐fiction, se non sapessimo che sono esisiti davvero. Dipingendo un film cupo – grazie alle tinte desaturate del direttore della fotografia Roberto Forza, ma vivo e stimolante nella sua ricerca continua di un senso che permetta di andare aldilà delle verità preconfezionate.

Fra tutti i personaggi di questa incredibile e tragica vicenda, quello di Giuseppe Pinelli spicca in una maniera quasi inattesa, finalmente restituito alla sua profonda umanità grazie soprattutto alla magnifica interpretazione di Pierfrancesco Favino.

Le lapidi in memoria di Giuseppe Pinelli © R. Scolamacchia

Oggi a Milano al centro di piazza Fontana c’è una grande aiuola nella quale campeggiano, affiancate, due lapidi, come fossero un ultimo sberleffo alle teorie del doppio Stato.
Sulla prima, già consumata dallo scorrere del tempo, c’è questa iscrizione:

«A Giuseppe Pinelli
ferroviere anarchico
ucciso innocente
nei locali della Questura di Milano
il 16‐12‐1969
Gli studenti e i democratici milanesi»

L’altra, più recente, recita cosi’:

« A Giuseppe Pinelli
ferroviere anarchico
innocente morto tragicamente
nei locali della Questura di Milano
il 15‐12‐1969»,

rivelando, se ce ne fosse bisogno, quanto il potere evocativo delle parole resista al passare del tempo.

La memoria serve anche a questo, a difenderne il significato e a mantenerne vivo il valore.

©Raffaello Scolamacchia

Puoi anche leggere sul tema:

Piazza Fontana, 43 anni dopo la perdita dell’innocenza, un articolo del politologo Emidio Diodato.

***

Piazza Fontana
Un film de Marco Tullio Giordana
Avec Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Michela Cescon, Laura Chiatti
Sortie en France le 28 novembre – Informations
www.bellissima-films.com

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