I governati.

[*Attenzione: Alla fine di questo articolo, guardatevi allo specchio e chiedetevi se siete davvero innocenti.*]

“Io….? Ma io che c’entro? Mi volete rovinare? Io ci ho famiglia!”

(Alberto Sordi)

Per non uscire dall’Europa, l’Italia non deve fare solo sacrifici, non deve solo abbassare questo dannato spread con i Bund tedeschi, deve abituarsi con gli altri paesi a degli standard di civismo comune. Creare un linguaggio del comportamento e dell’appartenenza che sia sempre più affine a quello degli altri partner europei.

Si fa un bel dire che la nostra politica si deve moralizzare, che non è possibile, con l’attuale crisi, avere un giro di 60 miliardi di euro per corruzione; che l’Italia è dominata da caste e che i privilegi e i costi della politica sono insostenibili. Tutto questo mentre i nostri partiti faticano ad approvare finanche norme elementari come quelle sull’anticorruzione.

Si ha un bel dire che questo governo è come gli altri, che è tutto un mangia, mangia (un magna…magna).

A forza di boutade, di disfattismo e populismo di un berlusconismo quasi ventennale e di altri populisti come quelli della Lega, o Di Pietro fino al Grillo nazionale, si rischia di vedere l’immagine allo specchio del paese (il sistema dei partiti) senza capire che quel sistema è il riflesso maledetto della nostra società.

ADG-mazzetta-LEGA.jpg Così temo che la realtà sia che questo governo ci somiglia, i nostri governi ci hanno sempre somigliato. Per cui, per una volta, invece di parlare dei partiti e degli antipartiti, del governo ladro per cui piove, parliamo dei governati, di noi, cerchiamo di avere il coraggio di guardarci in quello specchio ed avremo i partiti e anche il governo contro cui inveiamo.

Chiediamoci una buona volta, senza ipocrisie, se lo standard del nostro civismo è in linea con gli esempi europei migliori. Siamo l’ottava potenza economica mondiale, tra le prime quattro in Europa, e dobbiamo confrontarci, con tutto il rispetto per gli altri, con paesi come l’Inghilterra, la Francia, la Germania.

Allora….vediamo. Noi siamo quelli che s’indignano per i 130 miliardi di evasione fiscale all’anno e la conseguente mancanza di servizi essenziali adeguati per una comunità civile, che si lamentano che lo Stato non fa nulla per noi, ma noi mentre ci lamentiamo, evadiamo le tasse. Quasi tutti, tranne gli impiegati pubblici, che non possono evaderle, solo perché gliele prendono prima di dargli lo stipendio.

Noi siamo quelli che mentre in città come Torino, Parigi o altre capitali prestigiose del mondo hanno le discariche entro le mura per raccogliere i rifiuti, noi no. Da noi qualunque paesino, anche il più remoto, può impedire allo Stato (cioè all’intera comunità) di aprire una discarica, con i sindaci pronti a mettersi alla testa dei loro compaesani, per fare blocchi stradali ed altri atti contrari alla convivenza di tutti. Ovunque ma non nel mio giardino.

Mi piacerebbe sapere in Italia dove si trova questo paese che si chiama Ovunque.

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Ci lamentiamo che manca la meritocrazia, ma appena qualcuno al governo vuole proporla per le scuole, le università, per il lavoro, ci lamentiamo. Eh no…. !! Bisogna aiutare tutti e questi tutti sono spesso i più incapaci ma anche i più raccomandati, quelli che rubano il posto ai meritevoli e che rendono la nostra produttività pubblica e privata sempre più fragile e scadente, con il risultato che quelli bravi se ne vanno all’estero a rendere grandi i paesi a noi concorrenti.

I governati, lamentano i privilegi degli altri, delle varie caste, la mancanza di liberalizzazioni. Ma appena si vuole creare un po’ di libero mercato e dare la possibilità ad altri di mettersi in gioco, immediatamente, scioperi e gazzarra, vedi i tassisti che paralizzano le città, appena si pensa di liberalizzare quel settore, o i farmacisti, o i notai, gli avvocati… ma anche nelle università, ognuno difende il proprio fondo schiena, la propria corporazione, fregandosene degli altri.

Ci lamentiamo delle tante truffe quotidiane, ma le cronache raccontano di falsi invalidi, di ciechi che allenano squadre di calcio, di paralitici sorpresi a fare jogging e che in tanto intascano senza nessun turbamento le loro pensioni pagate sempre da noi, che siamo poi pronti a dire che non è grave, è un peccato….veniale!

Lamentiamo il mancato il rispetto delle regole, delle leggi. Che qui c’è troppa impunità. Ma alla prima infrazione al codice stradale, per non dire di altro, ci attacchiamo a mille malizie e furbizie legali, all’amico presso il Comune, pur di non pagare la multa, l’ammenda, speriamo nelle lunghezze processuali, in qualche prescrizione, grazie ai ritardi della macchina burocratica, e poi bestemmiamo contro Equitalia se è stata troppo tempestiva, ed esige il pagamento di quanto dovuto.

I governati, si commuovono quando alla tele o al cinema vedono storie di razzismo, ma poi i neri, gli arabi, gli immigrati, non li vogliono mai. Ovunque ma non qui…da noi. Ovunque…. Sempre ovunque, oppure qui, ma nascosti, non regolarizzati, sfruttati magari, sfruttati come negri…appunto.

I governati vogliono più verde per i loro bambini, per avere aria pura, poi magari di notte costruiscono abusivamente e sono tanti. Ad Ischia sono quindicimila e fanno i blocchi stradali se le autorità cercano di abbattere le loro costruzioni abusive. Ma di abusivismo edilizio ve n’è una quantità infinita. Nel nord e nel sud al punto che l’orografia dei nostri territori ne è devastata. Se si tratta d’infrangere la legge…allora…ovunque è veramente ovunque.

E così in Italia hanno inventato una cosa che in Europa non capiscono: “Il condono edilizio”.

I governati odiano la corruzione ma in tantissimi la praticano in modo piccolo e grande, chiedono favori, vogliono evitare lungaggini burocratiche, cercano di evitare la salita faticosa dei propri diritti con una scorciatoia, magari dal politico amico, se non addirittura ricorrendo alla malavita.

Si praticano corruzioni piccole e grandi, dal pacchetto di sigarette all’usciere della camera di commercio, per avere vantaggi, al pacco di soldi al finanziere per non avere controlli fiscali.
E così via dicendo, non c’è settore, non c’è campo dove non vi siano corruzioni, favori, clientele.

I governati vogliono la cultura, ma fanno di tutto per non sostenerla, per non pagarla, anzi addirittura a volte si inventano associazioni culturali con il solo scopo di acquisire soldi e potere.
I governati vogliono tagli alla spesa pubblica. E’ giusto, ma tagli, significa anche tagli di posti di lavoro inutili, ma appena si parla di questo immediatamente i tagli diventano impossibili.

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Gli italiani vogliono un lavoro e un futuro per i giovani, ma alla prova dei fatti vorrebbero solo un lavoro e un futuro per i loro figli. Dei giovani in genere, non gliene frega a nessuno. Tanto è vero che appena si propone qualcosa come maggiore possibilità di assumere i ragazzi e minori garanzie per chi il lavoro già ce l’ha, immediatamente non va bene. Bisogna dare lavoro a tutti. Giovani e vecchi anche se il mercato e le imprese non hanno bisogno di tutti questi lavoratori, e con il risultato che i giovani devono attendere sempre, fino a quando non saranno vecchi.

Ci sono città italiane che hanno un numero di netturbini superiore alla città di New York e con risultati tutt’altro che edificanti.
Gli italiani hanno applaudito la fine di Berlusconi e l’arrivo di Monti si sono dichiarati pronti ai sacrifici, ma non appena il governo ha iniziato a colpire duro per abbassare il debito (gli italiani hanno cessato di amare il nuovo premier). Insomma i governati vogliono tutto anche i sacrifici purché non debba farli la propria categoria. Li facciano gli altri, si facciano altrove, magari Ovunque.

Il nostro debito pubblico e le nostre sfortune sono figlie anche di un malcostume generale, di una mancanze d’amore per l’Italia e per noi stessi, di un civismo che abbiamo sempre ignorato di un senso della lealtà che non ci appartiene. Da noi se non c’è un terremoto, una catastrofe naturale, se non c’è la guerra, fatichiamo ad essere solidali ad essere una società.

La realtà è che l’etica e il senso di responsabilità personale e politica ci deve essere ovunque tra i governanti come tra i governati.
E dire che quando gioca la nazionale, e suona l’inno nazionale, magari ci commoviamo. Ma perché?

Veleno


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3 Commentaires

  1. I governati.
    Caro Veleno, ovviamente l’articolo di cui sopra è in gran parte condivisibile. Che gli italiani siano scarsamente dotati di civismo è un fatto talmente conclamato da essere divenuto un luogo comune e, come tutti i luoghi comuni, nasce da una base di incontestabile verità. Ma ad uno sguardo più approfondito si tratta solo di un aspetto della verità e non di tutta la verità! Cominciamo col parlare di « governo e governati », cosa che, consapevolmente o meno, richiama un saggio scritto negli anni settanta dell’ottocento da Pasquale Turiello, patriota e garibaldino napoletano e, per quel che qui ci interessa, precursore della teoria della classe politica della scuola degli elitisti italiani. Chi erano costoro? Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto (che era anche economista di fama internazionale) e Robert Michels (che era tedesco ma, influenzato dai primi due e docente all’università di Perugia viene giustamente accomunato alla scuola di pensiero italiana). Fondatori della Scienza Politica moderna e conosciuti in Italia solo dagli specialisti e dagli studenti di scienze politiche, gli elitisti sono invece molto noti e studiati all’estero (nemo propheta in patria)! Cosa affermano costoro nei loro studi? Che in tutti i regimi, non escluse le democrazie, sono i governanti che si fanno scegliere dai governati e non viceversa, che esiste una classe politica contrapposta alla classe dei governati. Non si può certo sintetizzare il loro pensiero in poche parole ma, qui ricordandoli, si vuole solo rammentare che non è affatto pacifico ed acclarato che i governanti siano lo specchio dei governati!

    E veniamo allora allo specifico di almeno alcuni degli esempi portati nell’articolo che ci si permette di commentare: « …alla prima infrazione al codice stradale … ci attacchiamo a mille malizie e furbizie legali … per non pagare la multa, l’ammenda, speriamo nelle lunghezze processuali, in qualche prescrizione, grazie ai ritardi della macchina burocratica, e poi bestemmiamo contro Equitalia se è stata troppo tempestiva, ed esige il pagamento di quanto dovuto ». Ma qui bisogna informarsi! I comuni, poichè sono a corto di fondi, cercano di ovviare, ovviamente in parte, con le contravvenzioni stradali. Limiti di velocità volutamente bassi in maniera eccessiva, semafori dove la luce gialla dura una frazione di secondo ed altri artifizi sono stati inventati dai comuni al solo fine di far cassa. Ma questo è lo stravolgimento del diritto di un paese civile! Le sanzioni, nei paesi civili, hanno uno scopo generalpreventivo, quello di educare il cittadino che, per evitare la multa, magari rispetta le regole. Ora invece gli enti pubblici, che dovrebbero avere a cuore il rispetto delle regole, sperano ardentemente che il cittadino le infranga e fanno di tutto, al fine di far cassa, perché ciò si verifichi. Abbiamo quindi uno stato (nella sua concezione allargata, includente cioè gli enti locali) che induce – DISEDUCATIVAMENTE – ad infrangere anziché rispettare le leggi! Che il cittadino, in questo caso, fregato, come da un baro al tavolo di gioco, da chi dovrebbe garantire le regole cerchi di autodifendersi è quantomeno comprensibile!

    Quello poi di Equitalia è un richiamo quanto mai improvvido! Cosa fa Equitalia per una multa insoluta? A fronte della legge (689/81) che prevede, giustamente, per ogni semestre di ritardo la sanzione di interessi al 10% (cioè 20% all’anno), aggiunge, di suo, calcoli astrusi di interessi su interessi (l’anatocismo dovrebbe essere illegale) che fanno triplicare o quadruplicare il massimo previsto dalle sanzioni. Inutili – per questa istituzione che fa strame della legalità – le sentenze dei giudici di legittimità e di merito che asseriscono che il predetto interesse del 20% annuo, già di per sé elevato, debba correttamente intendersi come onnicomprensivo, Equitalia persevera. E fa di più, ipoteca – per crediti minimi – la case dei debitori. E continua a farlo anche se c’è una legge che asserisce che per meno di 8.000 (ora portati a 20.000) Euro non si può ipotecare nulla! Ed a nulla servono, a tal uopo, i richiami dei giudici e della Cassazione! E che fine ha fatto la proporzionalità tra illecito e sanzione che dovrebbe contraddistinguere i paesi di avanzata civiltà giuridica? E da chi è costituita Equitalia? Dalle vecchie entità private di esattori (tra cui ci sono stati anche i Salvo, ricordate?) poi – senza alcun vaglio – tutte assorbite nella nuova società pubblica, laddove la Costituzione stabilisce (statuirebbe) che dipendenti pubblici si diviene dopo il vaglio ed il filtro di un concorso! Efficiente nell’esigere il dovuto (spesso molto più del dovuto e con metodi da pubblicani ed arrendatori della Spagna cinque-seicentesca), questo stato però ritarda nei pagamenti alle piccole e medie imprese sue creditrici, gettando sul lastrico, coi piccoli imprenditori, anche migliaia e migliaia di lavoratori, donde i numerosi suicidi!

    Veniamo poi all’abusivismo edilizio! Esso è ovviamente disdicevole sia per motivi ontologici, in quanto, appunto, trattasi di abuso, di atto illegale, sia perché, in assenza di regole, si è costruito dovunque: sulle rive dei fiumi, su terreni franosi, alle falde di vulcani attivi, su coste una volta incontaminate etc. etc. e spesso o quasi sempre senza i criteri di antisismicità etc. etc. Ma l’abusivismo è tutto dettato da motivi speculativi o non anche da esigenze abitative? Ci si è mai chiesto, se i piani urbanistici (quando e se ci sono stati) non prevedevano tante costruzioni dove bisognava costruire, dove convogliare, legalmente e con tutti i crismi, la fame di case del dopoguerra, alimentata dal « baby boom » degli anni sessanta e dal fatto che non si intendeva (giustamente) più vivere stipati in tanti in una sola abitazione o non ci si accontentava più di vivere nei « bassi »? Poi, in una spirale viziosa, si è pensato ai condoni, perché le case abusive ovviamente non esistono per il fisco, e la frequenza dei condoni ha indotto a pensare che « così si fa », alimentando ulteriormente il fenomeno. Ma è tutta colpa dei governati????

    Infine il razzismo. Il suo apparire ha mostrato a tutti che il mito degli « italiani brava gente » è appunto un mito. Ma gli italiani (o meglio minoranze di italiani, forse non infime minoranze, ma minoranze) non sono nè meno nè più razzisti degli altri popoli! E sia di popoli di eguale o maggiore benessere (ricordiamo le banlieues parigine o inglesi, i roghi in Germania, gli stati del sud degli USA etc.?) sia di popoli meno agiati (ungheresi, turchi coi curdi e con gli armeni etc.) Male per noi e male anche per loro, certo! Ma non è una caratteristica degli italiani in quanto tali!

    In conclusione penso che la verità ha molte facce; non si può con l’accetta dividere il bene dal male. Dire (mi consentirà Veleno, con qualche semplificazione): « gli italiani sono incivili e meritano questi governanti che degnamente li rappresentano » è solo molto parzialmente vero ed una semplificazione che non può certo aiutare nè a comprendere i fenomeni nè a risolverli e, al di là della volontà di chi ciò asserisce, può portare ad alimentare anzichè a contrastare i populismi! Sono sicuro che queste mie digressioni non saranno gradite a Veleno ma altrettanto sicuro che saranno accolte con volterriana tolleranza!

    • I governati.
      Gentile Sig. D’Isanto,

      non sono arrabbiato per la sua risposta che trovo ragionevole, ma viziata alla premessa. Mi spiego, le regole ci sono e devono essere severe, ma il comportamento civico non dovrebbe derivare dalla paura delle sanzioni ma dal senso di appartenenza ad una società e più in generale dalla buona educazione. Viceversa, nel Bel Paese (che è come Stato anche giovane) si è ingaggiata una lotta, che Lei ben descrive, tra le Autorità e i cittadini fatta di malizie, colpi bassi, inasprimenti violenti (quanto inefficaci) delle sanzioni, leggi Equitalia. Una sequenza di errori ed orrori, dove lo Stato e gli altri enti, si comportano come quei padri che perso il rispetto dei figli e incapaci di controllarli, si danno alle maniere forti, finendo così per perdere ogni credibilità. Aldilà dei partiti e dei governi, la mia sensazione e che, fatte le dovute eccezioni, ci siano molti che reclamano la natura ma se possono costruire fregandosene di deturparla, non ci pensano due volte. Abbiamo avuto esempi illustri di amministratori locali e di capi di governo che non hanno rinunciato a fare abusivismo a deturpare costiere sarde o di altri paradisi italiani, poi magari dopo si condonano pure l’eco-mostro. La realtà, a mio avviso è che questo paese ancora deve trovare, aldilà delle partite di calcio, la sua fierezza di essere italiani. Temo che ci vogliano secoli non anni, perchè ci si possa sentire prima che essere il sig. Rossi di Reggio Calabria in Calabria, che pensa prima a se, poi ai suoi, poi al condominio, dopo, al quartiere, poi alla città, quindi alla redione e finalmente italiano. Certo che il razzismo è diffuso ovunque, ma ci si augurerebbe da chi storicamente l’ha subito in America come in Francia, in Svizzera come in Australia, un atteggiamento un po’ più comprensico e caritatevole, senza voler scomodare interessanti ma freddi studi sociologici ed economici, sull’utilità dell’immigrazione.

      Sono d’accordo con Lei su molte cose, ma attenzione noi siamo dei dialettici, bravi a trovare sempre una giustificazione anche alla nostra mancanza di senso di responsabilità, ai nostri egoismi. Iniziamo a dire si fa così, si pagano le tasse, si fanno le fatture, si chiedono le autorizzazioni per fare delle cose, faccio cause solo se sono sinceramente convinto delle mie ragioni, non si chiedono raccomandazioni, si rispetta il prossimo, si è più gentili, si fa così, perché così è giusto e forse inizieremo ad essere più credibili anche all’estero e soprattutto a vivere meglio. Grazie del suo intervento.

      Veleno

      • I governati.
        Tutto sommato forse, sia pur da angolature diverse, dicevamo le stesse cose. Una sola annotazione: la funzione generalpreventiva delle sanzioni è universale e non solo italiana! perchè dovunque e non solo in Italia si commettono illeciti! l’aberrazione statale del principio (Io Stato spero che tu delinqua così ci guadagno) è solo italiana ed è altamente disecucativa per la popolazione. Certo, concordo, non si capisce più chi è vittima e chi è carnefice … perchè ogni individuo ed ente è vittima e carnefice al tempo stesso!

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