La Crisi dell’Educazione francese. Chi si ricorda com’è cominciata?

La situazione appare infatti critica.

Il quotidiano francese « Le Monde » annuncia che Il ministro dell’educazione Xavier Darcos ha avvertito, dalla Radio RTL, che gli studenti che stanno bloccando le facoltà non avranno il loro diploma. Questo concerne almeno una ventina di Università sulle 85 esistenti. Fanno 4 mesi che sono bloccate. Ma chi si ricorda perchè? Ultimamente il movimento studentesco ha la tendenza feroce a diventare impopolare nell’opinione pubblica. Certi studenti sono anche preoccupati per la convalida dei loro esami che non si sa se saranno rivalutati, cancellati, riportati o ancora peggio se verranno più presto del previsto i corsi immessi su Internet. Tutto si fa caso per caso. Ma ritorniamo in dietro.
Il 9 febbraio 2009, alla Sorbona, i 12 presidi d’università spiegano perchè sono contro i decreti ministeriali sullo statuto dei docenti-ricercatori, annunciati con la legge Pecresse.

Il 4 marzo la Sorbona è bloccata.

Cosa prevedeva questa legge? Una riduzione del Budget per la ricerca evidentemente, ma non solo questo. Prevedeva e prevede ancora oggi, anche se il ministro Darcos dice che « stanno discutendo a un compromesso »come di solito, si fa per una riforma titanica per ottenere quello che si voleva. Dunque prevede, che le università avranno una riduzione del loro bilancio compensato dalla possibilità di ricorrere a dei fondi privati e soprattutto d’imprese per finanziare le ricerche. ECCO. Bravo, fantastico. L’università francese che esiste dal duecento diventata un Business capitalista! Madonna mia. Da 5 anni l’obiettivo è sempre che tutte le università divengano autonome, così che esse possano essere proprietarie.

Cosa significa? Significa che, come lo sta dicendo François Bayrou nello suo ultimo impegnativo libro: « Abus de pouvoir », il governo Sarkozy sta trasformando il nostro sistema Educativo sul modello americano (Es.: nella riforma del Liceo, la Storia diventerebbe un opzione), e non solo l’educazione è toccata da questo fenomeno di fascinazione per l’Atlantismo si veda il ritorno nella NATO per esempio con il conseguente rifiuto del particolarismo nazionale e/o europeo. Questo fa paura per l’avvenire del paese. Se dobbiamo assistere ad una « privatizzazione » delle facoltà ciò pone un problema anche a livello delle equivalenze di diploma sia a livello nazionale che europeo. Se l’università diventa autonoma, privata, diventerà senza dubbio una scuola selettiva, che sceglie i suoi professori, studenti e le sue specializzazioni.

Senza fare uno scenario pessimista per il futuro, c’è veramente da temere e da discutere. Perchè le scuole di eccellenza in Francia esistono già. L’abbiamo già, come paese che ha una feroce tendenza a tagliare tutto in due. Essendo di spirito binario, pensando sempre come Destra-Sinistra e Centro=sconfitta, abbiamo già sistemato il problema dell’educazione con da una parte le scuole di eccellenza, educazione elitista, per i più bravi, per chi riesce a seguire e a combattere e, da una altra parte, l’Università per tutti, l’educazione per “un massimo di gente”, ma non di « massa » che suonerebbe troppo spregevole.
L’università in crisi non è un fenomeno nuovo, ogni anno si dice che ci sono ancora più di effettivi, più di insuccessi scolastici e d’altra parte meno ore da studiare. Gli studenti sanno sempre meno studiare da soli e su periodi lunghi. Però questa volta, mi sembra, cha la situazione sia veramente grave .

Grave se si considera, per esempio, che si stanno oggi screditando gli studenti che dimostrano in sostegno dei docenti-ricercatori, perchè la riduzione dei finanziamenti vuole dire una degradazione della qualità dell’insegnamento. Possono temere anche, con questa riforma, per la loro professionalizzazione e i loro master che si stanno già modificando. Si sta screditando la loro azione, denunciandoli attraverso i media come dei delinquenti, mascalzoni o agitatori. Ne hanno arrestato 50 e ne stanno perseguendo più di 100 dopo uno sciopero a piazza « Nation » in Aprile. Si fa pressione per convincere l’opinione pubblica francese che i Ricercatori non cercano niente, che gli Studenti non studiano mai e che sono pigri. Non è che siano tutti Angeli, si capisce.

Ma da un punto di vista più generale, il paese si sta allontanando della “Questione dell’Educazione”, non si capisce come è il sistema educativo e che cosa è diventato, è vero, troppo difficile da capire. Si allontana anche dalla cultura, dall’arte, dalla Storia. Si preoccupa piuttosto, del famoso « potere di acquisto », nuova chimera moderna. Il paese si allontana da tutto quello che riguarda il « pubblico », la cosa pubblica, la « RES-pubblica ». Il servizio pubblico televisivo è stato “fregato” da Sarkozy con questa riforma che rimuove la Pubblicità ma che rimuove, allo stesso tempo, anche la libertà, l’indipendenza di « France télévisions » perchè pubblicità vuole dire soldi e programmi interessanti.

Julien Puig

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