Presidenziali francesi: Vince il coraggio e la speranza.

La vittoria di Hollande è la vittoria del coraggio di cambiare. Apre la porta ad un rilancio europeo, con un asse Italia-Francia, che può essere decisivo per la ripresa. Sarkozy lascia da grande combattente, con dignità, onorato anche dai suoi avversari.

Debbo precedere questo commento a caldo con una piccola premessa. La cosa che mi ha colpito di più in questa lunga campagna elettorale è stata la partecipazione emotiva e commovente di tante persone, specialmente giovani, che a destra come a sinistra si sono impegnati fino all’ultimo respiro, gioiendo e soffrendo per i propri candidati e le proprie idee. Ecco, si fa sempre un gran parlare di persone stanche della politica, di successo dell’antipolitica, la realtà è un’altra: La cattiva politica si combatte non con l’antipolitica (anticamera delle dittature) ma con della buona politica, dove la gente partecipa, s’impegna e combatte, democraticamente, per le proprie idee, in Francia come in Italia, come dappertutto. Adesso posso andare al mio commento e racconto a caldo.

Ha appena concluso il suo breve discorso, il primo da presidente nella sua Tulle nel dipartimento di Corrèze, dove è cresciuto e dove a lungo è stato sindaco. Scende dal palco con le note di una improvvisata orchestrina di fisarmoniche che intonano: “La vie en rose”.

Va a Parigi, dove dopo la festa della Bastille, l’attende un quinquennio duro, non facile e che dovrà incidere profondamente nella crisi, per trovare finalmente la via della crescita, e della ripresa economica e sociale. Contribuire con il suo progetto alla fine di questa crisi devastante e che può, se non controllata e risolta aprire scenari tragici per il mondo intero. Come la grande depressione del ’29 che apri le porte a dittature, devastando l’Europa, scompaginando l’ordine economico mondiale sfociando nella immane tragedia della seconda guerra mondiale.

La vittoria di Hollande è la vittoria del coraggio di cambiare, di chi cerca strade nuove di equità sociale, di chi crede fermamente all’Europa e non è disposta al suo disfacimento che davvero ci renderebbe tutti vittime dei mercati con debiti che sarebbero contesi dalle nuove potenze mondiali Cina intesta, diverremmo da ex colonizzatori, le nuove colonie di questa guerra non guerreggiata (per ora) e che vede dietro e davanti grandi gruppi economici, in prima fila con il colosso asiatico la stessa America.

E’ quindi anche la vittoria della speranza e non solo dei tanti francesi che rischio la disoccupazione o dei giovani che vedono sempre più stringersi le prospettive del loro futuro, ma anche di tanti e non solo francesi che si aspettavano in questa elezione una risposta anche per tutto il continente. Non ha caso queste elezioni sono state forse le prime, ma da ora sarà sempre così, che non ha riguardato o interessato i solo francesi, ma tutta l’Europa, che l’ha seguita con grande attenzione mediatica.

Hollande_votoTulle_xin--400x300.jpg

Quella di Sarkozy, invece, è la sconfitta di una strategia della paura, paura del nuovo, paura di un’Europa che vada verso l’unica strada possibile quella degli Stati Uniti d’Europa, di perdere privilegi, cresciuti e maturati in un paese diviso, spaccato e sofferente, con il suo milione di disoccupati nell’ultimo anno, con la spesa pubblica esplosa, con una crescita zero e un problema d’immigrazione farcito di paure, incongruenze e ingiustizie.

Tuttavia Sarkò, ancora una volta ha dimostrato la sua tenacità come combattente, riducendo fino all’ultimo giorno un divario che i sondaggi, appena quindici giorni fa, davano per irrecuperabile. Non sono d’accordo con Bernardo Valli che dalle colonne di La Repubblica parla di débacle del presidente uscente, in realtà perdere di quattro punti, partendo da un gap di dieci, vuol dire essere riuscito a rimontare, parecchi punti, e questo in prospettiva può essere utile all’UMP, il partito di Sarkò, che il prossimo giugno dovrà resistere nelle elezioni legislative, al dilagare di Marine Le Pen e del Fronte Nazionale. Fosse andato peggio, il rischio era l’implosione dell’UMP e l’apertura delle porte al « diluvio » Le Pen con pericolose conseguenze per la democrazia francese. Dunque, Sarkozy, numericamente perde con onore, ma direi che felicemente il vincitore è Hollande, il contrario avrebbe aperto scenari ancora più inquietanti e foschi per la Francia e per l’Europa.

Nel suo primo discorso Hollande ha sottolineato l’importanza dell’Europa e questo punto mi sembra cruciale, per il futuro non solo della Francia (e dell’Italia di riflesso) ma anche per l’Europa stessa.
In Italia, ma nella stessa Bruxelles, tutti tifavano Hollande, consapevoli che una sua sconfitta avrebbe avuto effetti forse definitivamente letali sulla già traballante situazione europea.

Sono certo che lo stesso Monti (che non è certo uomo di sinistra) nella sua pragmaticità, abbia sperato che le porte dell’Eliseo si aprissero a l’uomo di Tulle.

La Merckel, che probabilmente aveva in mente di far lievitare ancora e marcire la questione europea, nell’attesa di preparare la Germania alla fine dell’Europa, avrà ora visto svanire il suo sogno di euroscettica, e dovrà accettare di cedere alla crescita come viene implorato ormai da tutti compreso la BCE, che chiede a lei come a Monti di fermarsi nella politica di rigore e di avviare una politica di crescita e sviluppo che aiuti i paesi europei. Ma Hollande dovrà anche spingere per nuove regole, per un uso diverso della stessa BCE, che dovrebbe avere poteri paragonabili alla Federal Reserve Americana, riscrivere anche i poteri della Commissione.

Occorre un Europa che sia interlocutore autorevole. Bisogna arrivare al punto che per gli altri paesi gli interlocutori non siano di volta in volta la Francia, la Germania, l’Inghilterra, l’Italia o altri, ma l’Europa nel suo insieme.

Ora è l’ora di Hollande, della Francia e della sua festa alla Bastille, ma da domani ci sarà molto da lavorare in Francia, ma anche in Italia e in tutta l’Europa, l’occasione per smuovere la situazione, per affrontare a viso duro la crisi è imperdibile. Finita la festa c’è da rimboccarsi le maniche.

Nicola Guarino


[(Scrivete i vostri commenti ed opinioni, cliccando qui sotto su « rispondere all’articolo ». Il forum è aperto.)]

Article précédentMulax, artistes de Fiesole et de Paris sous le signe du rêve
Article suivantConferenza di Luciano Canfora: “Gramsci e il Cesarismo”.
Nicola Guarino
Nicola Guarino, nato ad Avellino nel 1958, ma sin dall’infanzia ha vissuto a Napoli. Giornalista, già collaboratore de L'Unità e della rivista Nord/Sud, avvocato, direttore di festival cinematografici ed esperto di linguaggio cinematografico. Oggi insegna alla Sorbona presso la facoltà di lingua e letteratura, fa parte del dipartimento di filologia romanza presso l'Università di Parigi 12 a Créteil. Attualmente vive a Parigi. E’ socio fondatore di Altritaliani.

6 Commentaires

  1. Presidenziali francesi: Vince il coraggio e la speranza.
    Fortunato il paese in cui con orgoglio si può ancora dire: « Je suis socialiste »! Qui da noi il maggiore partito della sinistra (???) si iscrive al gruppo dei parlamentari europei ma non al PSE!

  2. Presidenziali francesi: Vince il coraggio e la speranza.
    Petite devinette et quelques précisions supplémentaires à celles de Sylvie

    Qui suis-je?

    Mon père était un riche bourgeois (Médecin ORL, propriétaire de plusieurs cliniques) et il militait pour l’extrême droite aux côtés de Maître Tixier-Vignancourt et pour l’OAS…

    J’ai passé mon enfance à Bois-Guillaume, ville résidentielle (sur les hauteurs de Rouen) où habitent les plus riches normands.

    Je fus élevé chez les bourgeois du privé, que je critique constamment à St Jean-……Baptiste de la Salle à Rouen.

    Puis j’ai continué mes études dans la commune des aristocrates et des grands-bourgeois : NEUILLY SUR SEINE où mes parents avaient acheté une superbe propriété.

    Malgré ma fortune et mon patrimoine estimé à plus de 10 Millions d’Euros, je ne paie pas l’ISF car un montage ingénieux sous forme de plusieurs SCI me rend quasiment introuvable par le fisc français.

    A la fin des années 70, sortant de l’ENA je sens que la droite va perdre et que Mitterrand est sur la pente ascendante, pour assurer mon avenir je choisis alors de rejoindre le PS.

    Je n’ai jamais dirigé une grande ville.

    Je n’ai jamais dirigé une grande région.

    Je n’ai jamais été ministre ni secrétaire d’Etat.

    Je dirige malgré tout le département de la Corrèze qui est devenu grâce à moi en 4 ans le plus endetté de France (+ 25% de dette soit 3 fois plus que la moyenne nationale) et le seul où le nombre de fonctionnaires a augmenté de 50% dans le même temps (de 831 à 1231).

    Pour 2012 dans mon département, j’ai déjà fait voter une hausse de 6.5% de la taxe foncière, de 300% les taxes sur les permis de construire. J’ai supprimé : les bourses étudiantes, la gratuité des transports scolaires, les 1000€ de prime de garde d’enfants et diminué presque toutes les aides aux personnes âgées ou dépendantes.

    Je ne déjeune pas au Fouquet’s, je vais dans un endroit plus discret mais encore plus chic où j’ai fêté ma victoire aux primaires socialistes. Ma cantine, c’est chez LAURENT dans le 8ème.

    J’envisage d’augmenter de 45 milliards d’euros les impôts et taxes en tout genre car c’est plus facile que de diminuer le nombre de fonctionnaires, je souhaite d’ailleurs en embaucher 65.000 de plus … Ce qui coûtera 100 milliards à la FRANCE car un fonctionnaire est payé par l’Etat à vie, sécurité de l’emploi oblige!!!

    Je n’aime pas les riches qui gagnent plus de 4000 euros par mois mais j’en gagne 7,5 fois plus avec mes 30.387 par mois !!!

    Donc 63% de plus que le Président de la République (19 331 par mois).

    Je m’appelle…. ???

    François Hollande

    • Presidenziali francesi: Vince il coraggio e la speranza.
      Gentile Marianne,
      mi perdoni se le scrivo in italiano, ma se ha letto l’articolo comprenderà anche la mia breve risposta. Premesso che non sono mai stato del partito socialista, neanche in Italia, e che credo molto nelle politiche liberali, ma non liberiste, non vedo cosa ci sia di male che uno di sinistra sia benestante o anche ricco. In Italia abbiamo diversi esempi, di persone ricchissime di sinistra. Benetton, la famiglia Feltrinelli ed altri. Credo anche che siano i più ricchi, in una fase di crisi a doversi fare carico delle spese maggiori, magari con importi meno gravosi di quanto previsto dal vostro nuovo presidente. Il quale mi sembra che non voglia colpire i redditi sui 4000 euro, del resto il suo elettorato è la piccola e media borghesia, che interesse ne avrebbe?
      Piuttosto con Sarkò quei redditi sono stati colpiti duramente e per quest’anno in media hanno un aumento d’imposte di bel 1500 euro annui, a parte le detrazioni a monte gia tolte e aumentate in modo rilevante. Sinceramente credo che la destra francese, o meglio la UMP, abbia sbagliato a riproporre un presidente sinceramente debole e già perdente in partenza. Come ho avuto già modo di dire più che Hollande il vero nemico di Sarkozy è stato l’inattivo e dannoso quinqennato da lui svolto. Comunque apprezzo la sua ironia, ma temo che i sostenitori di Sarkò forse temono troppo da Hollande, credo che in realtà non cambi molto, speriamo che quello che cambierà sia utile per voi, per noi e soprattutto per l’Europa che mi è particolarmente a cuore.

  3. Presidenziali francesi: Vince il coraggio e la speranza.
    Come nel 1981 anche oggi nel 2012, non a caso, la ‘rivolta non violenta’ al sistema capitalistico e all’ideologia del ‘meno Stato più mercato’, magari senza regole e controlli, parte dalla Francia. Da un paese cioè che ha fatto – in nome della Liberté Egalité Fraternité, che oggi potremo cambiare in Justice Sociale – e conosciuto nel 1789 la Rivoluzione che cambiò l’assetto, allora, monarchico dell’Europa. Oggi la vittoria del socialista François Hollande può aprire le ‘porte’ al rinnovamento delle democrazie europee, può restituire al popolo la sovranità nazionale, ossia decidere chi lo deve governare, può cioé – almeno questa é la grande speranza – porre fine alla tecnocrazia, ai tecnocrati che governano per conto dei poteri forti, dei ‘soviet della finanza’, dei mercati. Hollande lo ha detto chiaramente « il mio avversario non ha nome, non ha volto, eppure governa: si chiama finanza » e ha manifestato il proposito di un ritorno a Bretton Woods, come al Glass-Steagal Act: vale a dire a una severa normativa sulla libera circolazione dei capitali finanziari e su una seria separazione delle attività bancarie. Non si tratta di atti rivoluzionari come nel 1789 ma di semplice buon senso: atti di equità e giustizia sociale nei confronti delle persone dei cittadini dei lavoratori dei giovani. Dosi di socialismo che illustri intellettuali con Giddens e Lloyd come The Economist e politici moderni come Veltroni avevano solo cinque anni dato per ‘morto’ e ‘sepolto’. I francesi il 6 maggio hanno, lanciando in aria rose rosse, ribadito all’Europa: ‘fieri di essere socialisti’.

  4. Presidenziali francesi: Vince il coraggio e la speranza.
    Bello il tuo commento a caldo e revelatrice della sua personalita (e bellissima!) la foto di Hollande
    Una piccola precisione hollande e cresciuto in Normandia a Rouen poi a Neuilly prima di adottare politicamente Tulle

LAISSER UN COMMENTAIRE

S'il vous plaît entrez votre commentaire!
S'il vous plaît entrez votre nom ici

La modération des commentaires est activée. Votre commentaire peut prendre un certain temps avant d’apparaître.