L’eat parade meglio del Bio.

Il made in Italy enogastronomico raccontato in un libro da Bruno Gambacorta. Personaggi, itinerari, argomenti e tante ricette d’autore, raccontate piacevolmente. E poi la cucina dei frati, della comunità di tossicodipendenza, dal vino “Centopassi” proveniente dalle confische alla mafia, fino ai reclusi di Rebibbia. Qualcosa di più, un “biopolitico” oltre che alimentare.

Fresco di stampa è arrivato in libreria Eat Parade a cura di uno degli autori della omonima trasmissione televisiva in onda il venerdì, dopo il telegiornale delle 13,30 su Rai 2, programma nato oltre quindici anni or sono, precursore dei numerosi palinsesti sulla gastronomia.

Bruno Gambacorta, medico mancato, affascinato dalla carta stampata e dalla comunicazione televisiva, lasciata la laurea in medicina con tanto di 110 e lode e una tesi sui rischi professionali della danza si è dedicato a tempo pieno all’enogastronomia, made in Italy.

Da appassionato di gialli, immaginavo che, se mai mi fossi messo a scrivere, ha detto l’autore nella biblioteca di Villa Bruno di San Giorgio a Cremano alla presentazione del libro, organizzata da Luigi Farina di Spaghettitaliani – sarebbe stato per seguire le orme del grande Michael Connelly. Invece, ecco un libro che parla di cibo e vino, di personaggi affascinanti e delle ricette da loro proposte, di territori da scoprire e, in definitiva, dell’Italia migliore ».

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Il libro, edito da Rai Eri – AVallardi, 15 euro, racconta storie di tante persone, afferma Carlo Petrini, fondatore e presidente Slow Food internazionale – che lavorano, in silenzio e con fatica, per salvaguardare la nostra ricchezza agricola e gastronomica.

Dalla memoria storica della trasmissione televisiva, l’esordiente Gambacorta, entrato in Rai con una borsa di studio ha scelto alcune brevi e dense storie come quelle che da circa 15 anni vanno in onda dentro Eat Parade. Una versione scritta del primo tg del cibo e vino, seguito ogni settimana da due milioni e mezzo di spettatori. Un racconto più ricco di particolari, più attento a quegli aspetti che in un tg, spesso non trovano spazio. L’enciclopedia, come l’ha definito, 250x.jpg Giuseppe di Napoli, presidente dell’Associazione Maitre d’Italia, si divide in tre sezioni e 35 racconti, uno per ogni regione. Le ricette, una settantina, tutte d’autore, alcune semplicissime e folgoranti, altre più complesse e sontuose.

Personaggi, argomenti, itinerari che non sempre sono raccontati, divulgati nel modo migliore. Si parte da San Patrignano dove si coltiva la vite, ma soprattutto si salvano le vite dei ragazzi che lì arrivano, quando sono all’ultima spiaggia. La più grande comunità europea per il recupero dei tossicodipendenti, creata da Vincenzo Muccioli ora produce e vende vino, formaggi, salumi, miele. Dalla droga al cibo anche a Cetona, in provincia di Siena. Nell’ex convento dove i frati indisciplinati scontavano le punizioni, ora è gestito da padre Eligio e dallo chef Walter Tripodi di Mondo X un ristorante, utilizzando il meglio dell’orto adiacente.

Altra storia, altra realtà, cucina e carcere, innocenti evasioni. Niente coltelli né posate metalliche, niente forni ma solo fornellini per chef-detenuti di Rebibbia e altre carceri. Cucina multietnica vista la presenza di ospiti stranieri che usciti dal penitenziario potranno trovare un lavoro dignitoso. Un mercato consolidato hanno anche le bottiglie col marchio Centopassi, prodotte dalle cooperative di giovani nelle terre confiscate alla mafia.

pacco1.jpg L’inventiva nostrana non ha limite. Adotta una pecora e un pastore, l’idea di Nunzio Marcelli, agricoltore di Anversa degli Abruzzi. Tramite Internet si versa una somma, detratte le spese, dopo qualche mese arrivano a casa, pecorini, ricotte affumicate, calzettoni di lana, carne e salami di agnello.

Il Cenacolo artistico quello di Emilio Bei di Fermo che per conquistarsi la gratitudine di grandi artisti si precipitava a cucinare a casa loro e le pareti del suo ristorante si arricchivano di opere d’arte. Essendo napoletano di nascita l’autore di Eat Parade non trascura di trattare il limoncello, liquore fatto in casa, diventato in breve prodotto nazionale o come la mozzarella di Paestum, dove il caseificio Vannullo produce anche ricotta, provola, burro, formaggio, scamorza ma anche yogurt, budini e gelati. Le ricette di Andy Luotto dal piccolo schermo alla cucina o lo street food di Antonio Tubelli a Spaccanapoli e molte altre storie della nostra tradizione gastronomica. Duecentosettanta pagine da leggere e conservare.

Mario Carillo

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Mario Carillo
Mario Carillo, iscritto all’ordine dei giornalisti della Campania. Prime esperienze alla Redazione napoletana del Giornale d’Italia di Roma, Agenzia Radiostampa, Agenzia NEA, collaboratore fisso da Napoli per il Secolo XIX di Genova, collaboratore del giornale Il Roma di Napoli, Il Gazzettino, Il Brigante, Albatros magazine, Altritaliani.net di Parigi, responsabile napolinews.org, socio Giornalisti Europei, Argacampania (giornalisti esperti agroalimentare).